Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, l'interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s’annega il pensier mio:
E'l naufragar m’è dolce in questo mare.
Noi tutti "siamo infinito" da esplorare
nasciamo, lottiamo, amiamo, viaggiamo, creiamo
cerchiamo là fuori, verso il prossimo orizzonte
lassù, nelle profondità del cielo
bramando la Conoscenza, l'Origine, la Verità, la Salvezza.
E se tutto fosse già in noi, come antichi insegnamenti ci suggeriscono?
E se il viaggio per arrivare dall'altra parte dell'Universo partisse proprio da dentro di ognuno di noi?
Sarebbe inaspettato, sconvolgente quanto meraviglioso, gioia incontenibile, forse l'estasi di cui tanto parlano.