Costellazioni di gruppo

Le costellazioni familiari sono conosciute soprattutto come lavoro di gruppo, proposta in questi termini da Hellinger a partire dagli anni ’80.

Esse si svolgono normalmente all’interno di un ambiente chiuso, adeguato, che permetta di sentirsi sicuri e protetti nel manifestare il proprio sentire e la propria anima.

Il Campo in cui si svolgono le costellazioni e quello che si crea al centro del gruppo che partecipa, disposte a cerchio ed è un “campo sacro”, in cui si rivelano i segreti ed i sentimenti più intimi della famiglia e si manifestano energie che guidano la costellazione. La coscienza del Campo è relativa alla coscienza della persona che ha portato la domanda, dei rappresentanti e del conduttore e allo spazio interiore che quest’ultimo riesce a fare dentro di sé, affinché un’energia più grande possa portare una verità risolutrice.

La costellazione inizia sempre con una domanda del cliente. Nella formazione, Dina Tommasi ha posto la nostra attenzione ripetute volte sulla formulazione della domanda che si porta, abituandoci ad usare la parola “guardare” al posto di “capire”: “io vorrei guardare…”. Non facciamo costellazioni per capire razionalmente ma per guardare con gli occhi dell’anima, per muovere le nostre emozioni più profonde, per affacciarci a realtà scomode con l’unico scopo di integrarle, così come sono, e non perché tutto sommato è giusto, non perché è bene farlo, quindi senza esprimere un giudizio, che la mente razionale elabora sempre quando interviene, perché il giudizio separa e noi, durante una costellazione, siamo invece alla ricerca della riconciliazione e della pace.

Con la domanda il cliente parla della sua problematica, particolari temi o situazioni su cui vuole lavorare, come problemi nella relazione di coppia o sul lavoro o dinamiche che si ripetono e dalle quali non riesce ad individuare una via di uscita. Gli ambiti che si toccano riguardano in primis la famiglia di origine, quella attuale, la coppia ed il lavoro ma si possono mettere in campo le nostre relazioni in generale, con persone, situazioni, luoghi, oggetti, come una casa, il denaro, un’eredità, con parti fisiche o psichiche di se stessi o malattie, perché tutto ha un’Anima e ha qualcosa da dirci.

Il Cliente, su consiglio del facilitatore, sceglie i relativi rappresentanti dal gruppo, li mette in relazione reciproca e lascia che “il campo si esprima”. Meno si parla, più si può rimanere in ascolto profondo di ciò che emerge. Si può parlare tendenzialmente solo se interpellati. Il rappresentante deve semplicemente stare in ascolto di tutto ciò che sente, pensieri, emozioni, sintomi e assecondare i movimenti che emergono, in relazione ad altri rappresentanti o meno, movimenti che è chiamato a fare dall’Energia che in quel momento sta rappresentando. Il cliente parla il meno possibile della problematica, per non condizionare i rappresentanti, in modo che siano liberi di far emergere ciò che sentono, senza condizionarsi mentalmente. Questo è un aspetto critico, per chi inizia a partecipare alle costellazioni, perché la mente tende ad intervenire, a mettere in dubbio ciò che emerge e a controllarlo. Un’altra problematica che si affronta all’inizio e non solo, riguarda l’attivazione della propria sfera personale, che può risuonare con la situazione in atto, confondendoci e chiedendoci: ma quello che sento è mio o di chi rappresento? Quando un rappresentante si sente molto coinvolto, solitamente il conduttore lo sostituisce, in modo da evitare di influenzare la costellazione con qualcosa che non c’entra.

Il costellatore sta nella presenza tutto il tempo, per leggere i segnali verbali e non verbali dei rappresentanti, percepire il loro sentire ed accogliere un sentire più grande, che mira alla riconciliazione, guidando l’intera costellazione ed intervenendo il meno possibile ma quando lo ritiene necessario, facendo dire frasi di verità o forzando movimenti, fino a raggiungere un punto che potremmo definire di quiete, un momento in cui tutti i rappresentanti possano sentire di essere “al posto giusto”.

La durata della costellazione familiare può variare da mezzora ad un’ora o più. Sta alla sensibilità del facilitatore comprendere, quando il cliente abbia ricevuto le comprensioni necessarie e sufficienti sulle dinamiche familiari emerse.